I legali della ministra Daniela Santanchè chiedono il proscioglimento nell’inchiesta per falso in bilancio del gruppo Visibilia.
L’udienza preliminare che vede coinvolta Daniela Santanchè, attuale ministro del Turismo, ha vissuto oggi una fase cruciale. I suoi legali hanno infatti chiesto il proscioglimento “perché il fatto non sussiste” in merito all’accusa di falso in bilancio legata alla gestione delle società del gruppo Visibilia.
La decisione del giudice preliminare, prevista inizialmente per domani, è stata rinviata al 17 gennaio 2025. Nel frattempo, la difesa continuerà a lavorare per dimostrare la totale infondatezza delle accuse.
Le accuse a Daniele Santanchè sotto la lente della difesa
La vicenda riguarda presunte irregolarità nei bilanci delle società del gruppo Visibilia, come riportato da Il Giornale, un tempo guidato dalla ministra Daniela Santanchè.
Secondo l’accusa, i bilanci sarebbero stati manipolati per occultare il dissesto finanziario e attirare nuovi investitori. Insieme al ministro, sono indagati il suo compagno Dimitri Kunz e altre quindici persone.
Durante l’udienza, il legale della ministra, ha sottolineato come le operazioni finanziarie del gruppo siano sempre state validate da revisori indipendenti.
Tra cui figurano gli accademici della prestigiosa Università Bocconi e il collegio sindacale del gruppo. L’avvocato ha inoltre presentato un documento rilevante: la sentenza di archiviazione per infedeltà patrimoniale, ottenuta in seguito a una denuncia presentata dalla giornalista Paola Ferrari, ex socia di Visibilia.
La controversia sui bilanci
Uno degli aspetti centrali dell’indagine è la “dissenting opinion” espressa da Gianfranco Vitulo, membro del collegio sindacale. Vitulo non aveva inizialmente certificato la regolarità dei bilanci di Visibilia.
Tuttavia, due rapporti di polizia giudiziaria avrebbero smentito le sue osservazioni, confermando la correttezza dei conti. Lo stesso Vitulo, due anni dopo, avrebbe ritirato le sue riserve.
La difesa ha inoltre ricordato che i tentativi della Procura di far dichiarare il fallimento del gruppo non sono andati a buon fine, malgrado le difficoltà economiche amplificate dalla pandemia di Covid-19.